Details Books Supposing Le Monde d'Arkadi - Les Yeux d'Or-Fé (Le Monde d'Arkadi #1)
Original Title: | Les yeux d'Or-fé |
ISBN: | 2840554836 (ISBN13: 9782840554837) |
Edition Language: | French |
Series: | Le Monde d'Arkadi #1 |
Caza
Hardcover | Pages: 55 pages Rating: 3.62 | 13 Users | 1 review Reviews
Describe Of Books Le Monde d'Arkadi - Les Yeux d'Or-Fé (Le Monde d'Arkadi #1)
Title | : | Le Monde d'Arkadi - Les Yeux d'Or-Fé (Le Monde d'Arkadi #1) |
Author | : | Caza |
Book Format | : | Hardcover |
Book Edition | : | Special Edition |
Pages | : | Pages: 55 pages |
Published | : | June 20th 2000 by Delcourt (first published 1989) |
Categories | : | Sequential Art. Comics. Bande Dessinée |
Ilustration In Favor Of Books Le Monde d'Arkadi - Les Yeux d'Or-Fé (Le Monde d'Arkadi #1)
Commento per tutta la serie.Il Mondo di Arkadi, L’Incal di Caza. No, è falso ed irrispettoso in quanto relega per l’ennesima volta Caza come clone o subordinato di Moebius, quando poi Caza era Caza ben prima che Gir si trasmutasse in Moebius. I due invece hanno collaborato e si sono anche influenzati a vicenda ai tempi di Metal Hurlant. Certo, Moebius ne L’Incal semplifica il tratto e lo stesso fa tempo dopo anche Caza per Arkadi, poi si aggiunge un altro punto in comune, la narrazione simbolica intrisa di alchimia di Jodorowsky che ritroviamo anche in Arkadi, però la fantascienza di Caza era già così: poetico e anche filosofeggiante ma angosciante, senza l’ironia e la giocosità di Jodo.
Questo è il fumetto più diretto di Caza, quello più commerciale, si fa per dire, più soft e questa era la mia paura: credevo di trovarmi di fronte ad un’opera minore di Caza. Mi sbagliavo, questo è il suo apice. In realtà non c’è tutta questa differenza, anzi, sicuramente a livello grafico Arkadi globalmente è inferiore ad altre sue prove, e qualche pecca la si può riscontrare anche nella sceneggiatura, però l’ambizione e la visione d’insieme tengono meravigliosamente.
Il Mondo d’Arkadi è un fumetto ad ampio respiro, una storia unica di 9 tomi più un numero 0 che funge da prequel, e per questo si distacca dalla sua produzione fatta di raccolte di episodi brevi ma incisivi.
La Terra ha smesso di girare da oltre 10 mila anni, la popolazione si è ridotta all’osso, la natura ormai è ostica, c’è una faccia dove è sempre giorno e un’altra dove è sempre notte.
Gli eletti, definiamoli persone sane, vivono in una città campana nella notte con tutti i comfort grazie agli dei-macchina, ma il titano dispensatore di sogni, Or-Fe (Orfeo) li abbandona e non potendo reggere una vita senza sogni sono costretti a mandare qualcuno a ricercarlo in mezzo a lande ostiche. Nella città giorno invece c’è il protagonista che affronterà una sorta di viaggio iniziatico e messianico. Questo è in poche righe l’incipit.
In altre parole ci troviamo davanti ad una storia che fonda le proprie radici nella mitologia greca, nella Divina Commedia, nella Bibbia e non fa altro che parlare del rapporto uomo-natura in chiave post-apocalittica. E’ una critica potente e mirata, che viene snocciolata man mano. Infatti inizialmente tra i vari Krono, Prometeo, Pandora, Efesto, Legione, Orfeo e quant’altro, tra esseri selvaggi che hanno le loro credenze e una componente avventurosa non sai ancora cosa aspettarti. Così si accumulano le informazioni man mano durante la lettura come noi accumuliamo rifiuti e il tutto diventa più chiaro, inizi a capire che strada sta seguendo.
D’altronde con una netta distinzione di sopravvissuti possiamo parlare per opposti, giorno e notte, luce e ombra, caldo e freddo, poveri e ricchi, esseri primordiali a contatto con la natura ed eletti incapaci di fare alcunché che non sia attenersi agli dei-macchina, corpi deformi e uomini nati in provetta, Yin e Yang. Il pantheon divino e mitologico a cui si rifà Caza è del tutto circoscritto alla tematica, tutto è volto ad una critica anti inquinamento. Ecco che gli strani nomi iniziano ad avere un senso, ecco che le scorie radioattive diventano la causa del disastro.
Il tempo è la chiave di volta di questa problematica, Krono che va a dormire, i millenni che passano sono utili per combattere le radiazioni. Il tempo è un uroboro, uno stallo apparente dovuto alla gravità; i rifiuti, la massa, che iperbolicamente innescano un buco nero, che per uno scherzo del destino è proprio ciò li salverà.
Orfeo che si ribella e per decenni si nasconde a fare l’artista, rifugiandosi dietro la gonnella dell’arte, creando sogni per nessuno, dove l’arte deve dare retta solo all’arte, ma neanche un’artista può crogiolarsi dinanzi al disfacimento totale, bisogna scendere in campo, provare a cambiare le cose.
In una città in cui i sogni sono necessari e questi sogni sono presi direttamente dal passato, perché oggi non è più possibile crearli, le metafore sono necessarie. Parlare attraverso i miti è l’unico modo per aggrapparsi al passato, ma “la speranza è una piaga”. Basta sperare, basta sognare. L’Arca(di) è il vascello per mettere le cose a posto, per lasciare andare gli dei, le macchine, gli dei-macchina e che “vadano a fottersi tra le stelle”, che sulla Terra non se ne ha bisogno. Non è ancora troppo tardi, questo vuole dirci l’autore non più nichilista perché il nichilismo è inutile, non cambia le carte in tavola; solo un messia, un cambiamento può dare i suoi frutti.
Una storia coi fiocchi, in pieno stile Umanoide tra l’altro, a riprova che Caza è uno con i piedi per terra e che, almeno narrativamente, non ha nulla da spartire con Moebius. Avrei preferito che l’ultimo tomo non fosse così esplicito in quanto gli elementi chiave ce li aveva forniti tutti prima dello spiegone, poi ovviamente alcuni dettagli provenienti da questo spiegone rivolto ad Arkadi hanno avuto la loro utilità per portarmi alle ultimissime pagine.
Come ho già detto c’è anche una massiccia dose di alchimia, ma anche di archetipi e non ci scandalizziamo per i nudi che è – oltre ad un archetipo – un elemento fondante della tematica, non a caso nelle ultime pagine vogliono un posto “dove si possa vivere nudi” e si ironizza anche sul corpo stesso. Un ritorno alle origini.
9/10
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